Acquistare un CD o un DVD e poi decidere di rivenderlo come usato è perfettamente legale, ma quando parliamo di file multimediali digitali le cose si complicano, e di molto.
Sembrerebbe infatti che molteplici fattori abbiano spinto la Corte Federale Statunitense a negare il permesso per la startup ReDigi di consentire agli utenti di rivendere on-line i brani acquistati su iTunes e non più “graditi”.
In realtà più che di leggi bisognerebbe parlare di interessi economici delle major: infatti la ReDigi era stata citata per violazione di copyright dal gigante della Capitol Recors, la Universal Music Group e a quanto pare il giudice Richard Sullivan ha appoggiato pienamente la richiesta per interrompere le attività della ReDigi.
Senza il permesso esplicito del detentore del copyright, non è permesso rivendere un file multimediale digitale.
A nulla è servito il paragone con NetFlix, che tuttavia si occupa di “beni materiali” e pertanto – in un meccanismo legale pernicioso e perverso – sfugge a questo tipo di controllo sul copyright. ( e verrebbe da chiedersi come mai, visto che a rigor di logica il copyright di un disco musicale è lo stesso di un singolo brano estratto dal medesimo ).
Capitol Records v. ReDigi Judgment
Tuttavia la vicenda legale è bel lungi dall’essere conclusa: la Corte ha infatti accordato una vittoria parziale alla Capitol Records, ma entrambe le parti sono state convocate per il 12 Aprile per discutere i termini finali della causa.
Nel frattempo gli ultimi brevetti ottenuti da Apple suggeriscono come, almeno marginalmente, quest’ultima sia interessata all’aspetto della rivendita o del “prestito” dei contenuti multimediali tra utenti anche se naturalmente non vi è alcuna dichiarazione in merito circa la reale messa in pratica di un simile sistema.
Fonte: AllThingsD